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Vista dall'alto di Porretta

3° Tappa

Treppio - Porretta

Da Treppio fino al centro di Porretta

TERZA TAPPA

 

Treppio – Porretta 

km 16,400. Disl. + 213 / - 542. 

 

Ritornati in piazza della chiesa prendiamo la strada a dx e proseguiamo in salita tenendo alla sx il parco e la villa Gargallo; quindi, svoltiamo a dx e con un tratto di sentiero rientriamo sulla strada asfaltata a dx e proseguiamo fino al gruppo di case in fondo alla strada. Passiamo davanti al borgo di Lavandaia e proseguiamo trovando un grosso tabernacolo con la croce dei simboli della Passione, prendiamo il viottolo che esce dietro l'ultima casa verso Castello e prima di rientrare alle prime case di Castello, sulla sx incontriamo un piccolo tabernacolo con una riproduzione di una ceramica robbiana. La prima casa è il Giardino di Castello, svoltiamo nella strada a sx e continuiamo a salire e al trivio continuiamo sempre a sx. All'ultima casa attraversiamo e prendiamo a sx (anche sent.165 Cai) lasciandoci una casa a dx sopra strada. Saliamo tra castagni e aceri di monte, arriviamo alle case di Panicale, entriamo a dx nella strada asfaltata. I castagni sono molto vecchi e tenuti molto bene, qui c'è un castagneto didattico con pannelli che ci fanno vedere il ciclo della farina di castagne. Al prossimo incrocio andiamo a sx per Collina, davanti a noi il borgo della Mariona sempre circondato da castagneti, sulla sx un giardino un po’ naif con varie istallazioni in legno. Lo lasciamo a sx e imbocchiamo a dx dove è indicato il parcheggio, prendiamo il sent. di dx non ben chiaro, man mano che procediamo, però, il sent. diventa più evidente all'interno di un castagneto dove ci sono ancora i muri a secco che trattenevano il terreno per coltivarlo. Vediamo le prime case e attraversiamo un castagneto coltivato, passiamo tra le case e scendiamo attraversando un piccolo rio, dx poi sx sulla strada, sulla dx Cà di Giacchi, arriviamo al circolo di Carpineta dove si trova una bottega di alimentari e nei giorni di fine settimana si può anche mangiare.

Lasciata la località di Carpineta, continuiamo sull'asfalto e arriviamo alla Cà di Gabriellone, anche se siamo sulla strada è piacevole perché siamo immersi in un castagneto con molti aceri e carpini; da poche centinaia di metri abbiamo superato il confine di regione tra Toscana ed Emilia. All'incrocio teniamo la sx, superiamo la Cà del Negro e la Cà di Peghetto, e arriviamo a Monte di Badi dove c'è un nucleo di case, la Cà Vecchia, sulla sx un bell’esemplare di tuja, troviamo a sx tutta una serie di indicazioni, continuiamo sulla strada, superiamo una villa, poco più avanti, sulla sx, una vecchia cabina telefonica che funge da piccola biblioteca. Dopo un centinaio di metri, al bivio, svoltiamo a dx (sent.167 che va verso Badi e Riola) verso la suggestiva chiesa di Sant'Ilario con la sua bella abside ben conservata. Questo luogo, immerso nei castagneti e circondato da un prato dove si trova una bellissima pianta di biancospino, è molto interessante perché in antico fu un ospedale gestito dai monaci della lontana abbazia di San Salvatore in Agna che è stato il punto di partenza del nostro cammino.

Prendiamo la strada asfalta che scende oltrepassando delle case sparse, per arrivare alla Cà del Topo che è una bellissima tenuta. Troviamo altre costruzioni, imbocchiamo a sx il sent.167 che prosegue in mezzo ai castagneti e alle canicciaie: una restaurata la troviamo proprio sul sentiero. Continuiamo a scendere e troviamo una colonia di ginestra del boscaiolo che probabilmente ha colonizzato dopo un taglio. Arriviamo ad un fosso che attraversiamo, passiamo un piccolo tratto tra le rocce dove cambia la vegetazione e alla ginestra si uniscono il carpino e acero, e raggiungiamo uno spettacolare punto panoramico sul bacino di Suviana, i monti che lo sovrastano, le colline al di là del lago, la chiesa di Bargi e sullo sfondo il massiccio profilo di Montovolo.

Proseguendo attraversiamo un castagneto e poco oltre arriviamo in un giardino con due fresche fonti d'acqua Perio, che nel 2018 ha vinto il 1° premio per le “acque proibite”. Nel giardino i tigli si mescolano con gli aceri e i castagni, pochi metri sotto di noi le case del paese di Badi che in breve raggiungiamo. 

Ritornati nel giardino teniamo la dx (anche sentiero Cai 167) sulla strada basolata in direzione Cà del Cucco, teniamo la dx e passiamo davanti ad un lavatoio, il sent. costeggia le case lungo una bella siepe di bosso; prendiamo a sx e subito a dx salendo per entrare nella strada a sx un piccolo tratto che ci fa svoltare a dx e sul pilone della luce ritroviamo il segno del Cai, qui la strada è costeggiata da acacie, in fondo attraversiamo via Caduti di Nassiriya ed entriamo a dx in Località Cà Niccolò, poi località Calzolara, poi si svolta a dx al cimitero e si imbocca a sx la sp 40 e la seguiamo per qualche centinaia di metri. 

All’incrocio attraversiamo e seguiamo, a dx, la strada comunale per circa 300 m, poi svoltiamo a sx dove è indicato il bacino di Pavana (anche sent.173) scendendo ancora a dx verso la fattoria Nahimana lungo la recinsione con a dx i cavalli e a sx il pollaio, troviamo le case a sx, facciamo un tratto pavimentato, prima di una casa il sentiero svolta deciso a dx: è ben segnalato ma non molto visibile per l'erba alta. Continuando a scendere, bisogna fare attenzione perché ad un certo punto il sentiero devia decisamente a sx per evitare una frana. Raggiunto il fondovalle arriviamo al ponte e lo attraversiamo passando sopra la Limentra occidentale e incontrando la via Francesca della Sambuca. Volendo, con una breve deviazione a sx si potrebbe arrivare al mulino di Chicon, ma il percorso procede a dx in una strada delimitata da muri a secco. Passiamo sotto il consolidamento della grossa frana che aveva interessato la ss 64.e raggiungiamo il borgo dove c'era la vecchia dogana del granducato di Toscana. Scendiamo, seguendo un’antica strada basolata, fino al ponte di Teglia dove incrociamo la via Romea e la Nonantolana. Lo attraversiamo e svoltiamo subito a sx (anche sent. 157) verso Casellina e case Nuove. In prossimità di una villa la strada asfaltata finisce. Al bivio svoltiamo a sx verso il fiume Reno e proseguiamo sulla strada sterrata fin quando, in prossimità del lago di Valverde, ritorna asfaltata. Passiamo sotto l'imponente ponte del nuovo tratto di strada creato per evitare il centro di Porretta e arriviamo al santuario della Madonna del Ponte patrona del basket. Passiamo il ponte sul Reno ed entriamo a dx su via Roma, poco più avanti le terme e dopo circa un km siamo in centro a Porretta, e al bar della stazione possiamo mettere il timbro sulla nostra credenziale.

(50% asfalto, 15% strada bianca, 35% sentiero)

La Strada dei Longobardi è un progetto realizzato da Auser Montale,  Passione Natura: BiObiettivi APS, 4Passi Impresa Sociale ETS e Gruppo podistico trekking e camminate Croce D'Oro Montale

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